Il più bell’italiano. Vita partigiana del dottor Mario Pasi

di Giuseppe Masetti
Ravenna, Edizioni del Girasole, 2020
€ 15.00
Il più bell'italiano. Vita partigiana del dottor Mario Pasi

Mario Pasi (Ravenna 19313-Belluno 1945) è stato medico all’ospedale civile di Trento, intellettuale e attivista politico, partigiano militante nel Trentino e a Belluno con il nome di battaglia di Alberto Montagna.

Dopo gli studi universitari a Bologna e la Scuola Allievi Ufficiali a Firenze, durante il servizio militare prese parte, come ufficiale della 5a Divisione alpina “Pusteria”, alle operazioni belliche prima sul fronte francese, poi su quello greco-albanese nel 1940-41. Ripreso il posto all’ospedale S. Chiara iniziò a tessere la rete dell’organizzazione comunista tramite il periodico “Il Proletario” da lui fondato nel 1942 e favorì la nascita del CLN a Trento dove, all’indomani dell’8 settembre 1943, aiutò molti soldati italiani a sottrarsi alla cattura dei tedeschi.

Salito con i partigiani tra le montagne del bellunese nel febbraio 1944 divenne prima Commissario politico di brigata, poi di divisione e infine dell’intera Zona Piave, pari a gran parte del Veneto. Catturato per delazione nel mese di novembre fu a lungo sottoposto a disumane sevizie nella caserma della Gestapo, prima di essere impiccato, insieme ad altri nove partigiani, al Bosco delle Castagne il 10 marzo 1945.

Per la sua attività e per il suo eroico silenzio sotto tortura fu subito insignito di Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria.

A lui sono dedicate diverse tracce memoriali a Ravenna e a Belluno. A Trento lo ricordano una piazza al centro della città e una lapide dettata da Concetto Marchesi all’ingresso dell’ospedale.

L’amico psichiatra e scrittore Mario Tobino gli ha dedicato alcune commosse poesie da cui trae origine il titolo di questa ricerca:

Il Pasi era un giovanotto
veniva dalla Romagna
insieme eravamo giovani,
si camminava muovendo le spalle,
le donne avean per noi debolezza.
Lui lo impiccarono i tedeschi
dopo sevizie che non ho piacere si sappiano,
io ho un cappotto da anni,
ma, o Pasi, sei stato
il più bell’italiano di mezzo secolo.

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